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Ogni
progetto inizia con un piccolo passo, un’intuizione, una visione che
col tempo acquista sempre più consensi e grazie alla condivisione si
arricchisce.
L’anno scorso, in
esposizione quattro diverse realtà progettuali, in tutto sei creative,
che quest’anno ritornano, per raccontarci i loro progressi, insieme a
un folto gruppo di donne, determinate e coraggiose.
Per l’edizione 2010, a
Ecopink 30 espositori e ben 39 creative. Dalla scorsa edizione
soprannominate “pinks”, le protagoniste indiscusse sono sempre loro:
donne accumunate da una forma di progettualità che affonda le radici in
un pensiero etico-ambientalista.
"Eco"
e "pink" sono in realtà due facce della stessa medaglia, in quanto la
creatività femminile è spesso dotata di una sensibilità, una modalità
di pensiero, potremmo dire un’”attitudine” ad accogliere, proteggere,
risanare, che mette in luce il bisogno contemporaneo di riscoprire e
tutelare il legame profondo che la Natura ha con la nostra Vita.
Ecopink si propone di portare alla luce questo tipo di creatività,
attraverso opere di artiste, artigiane e designers che lavorando con
materiali di scarto ne riscoprono le infinite potenzialità. Sono donne
che utilizzano oggetti “insospettabili” che trasformano in manufatti
sorprendenti, tanto da divenire talvolta opere d’arte. Alcune di queste
donne portano – letteralmente - la natura dentro le loro creazioni
offrendo un’alternativa, creando valore laddove non c’è.
Dunque Ecopink ha un importante obiettivo "etico", ma anche "didattico"
affinchè le scoperte, le invenzioni e le fantasticherie di queste donne
possano suggerire, insegnare, aprire.
In tal senso l’esposizione,
che l’anno scorso si è svolta allo Spazio Loft, location di importanti
set fotografici e video produzioni, e che quest’anno è approdata allo
Spazio Asti 17, si proporrà di raccontare le “storie” che ogni singolo
manufatto custodisce, andando a ricercare e scoprire le “affinità”, le
attitudini a utilizzare un certo tipo di materiale, come i bottoni o la
carta, e le diversità realizzative.
Il percorso espositivo
metterà in risalto che oltre alla filosofia, che è alla base delle loro
opere, ciò che acconuna le “pinks” è anche un altro fattore: la
strordianaria abilità manuale, l’artigianalità, l’inventiva e la
genialità nel trovare soluzioni tecniche e ottenere nel contempo l’
eccellenza della forma. Dai monili agli arredi, dagli abiti alle
sculture, dalle installazioni alle suppellettili, la creatività
femminile verrà raccontata a 360 gradi.
Se l’obiettivo etico e
didattico è il fine di Ecopink, ne esiste un altro altrettanto
importante, quello che potremmo chiamare “sinergico”. Fin dalla prima edizione,
nel 2009, l’evento è divenuto motivo di scambi interessanti. Ecopink
vuole dare spazio, vuol far conoscere, vuole creare sinergie tra
artiste meno conosciute e altre che operano da anni nel settore, tra
aziende ecosostenibili e giovani designers, tra artigiane e industrie
che sono incuriosite dall’idea di veder trasformare i loro scarti.
Questo è Ecopink: <<cooperazione per un mondo più pulito>>.
E’ proprio questo scambio, questo confronto, che può portare a
risultati concreti e far sì che Ecopink diventi una vetrina per tutti
coloro che credono nel grande contributo che le donne possono dare al
Paese e che condividono il concetto secondo cui uniti non c’è obiettivo
che non si possa perseguire.
Linda
Schailon
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